Fra tutti i personaggi dell’ukulele, Tiny Tim è indubbiamente fra i più eclettici. Un sorriso a mille denti, capelli lunghi e unti, occhi ipnotici dallo sguardo inquietante. Eppure Tiny Tim ha dato al mondo dell’ukulele un’aura di ironia e credibilità come pochi hanno saputo fare.
Nato Herbert Buckingham Khaury nel 1932 a New York da madre ebrea e padre libanese (già un bel mix in partenza), pare che già da bambino avesse spiccate doti musicali. Non solo per quel che riguarda l’esecuzione ma anche (e soprattutto, direi) per quel che è stata la sua ricerca storica sulle registrazioni che dagli anni ’00 agli anni ’30 del Novecento hanno riempito i negozi di dischi.
Ho conosciuto Tiny Tim su youtube, ovviamente, e il primo video che ho guardato è stato quello del suo matrimonio in diretta tv, davanti a 45 milioni di persone in tutti gli Stati Uniti. Era il 17 dicembre del 1969 e l’uomo è già stato sulla Luna. Sono girati di spalle e il reverendo sta formalizzando l’unione. Ancora non si vedono. La voce baritonale di Herbert ripete le promesse davanti a Dio, al prete e ai telespettatori. Così Vicky, la moglie. Solo alla fine del video si girano e la prima impressione che ho avuto è stata di sorpresa: non me lo aspettavo così.
Quando il futuro dell’umanità sta passando per lo spazio, lui (e la moglie) decide di sposarsi davanti alle telecamere, invitando milioni di persone alla loro festa. Un attaccamento ai sentimenti notevole.

Tiny Tim è particolare per molti motivi. Uno di questi è che la prima moglie, Vicky, appunto, all’epoca aveva 17 anni. Già, 17 anni. Non che all’epoca fosse un grosso problema (si sono sposati davanti a 45 milioni di persone, ripeto) ma lui nel 1969 di anni ne aveva 37. È verissimo che in amore niente può fermarti ma questo matrimonio e la sua scelta la dice lunga sul suo carattere.
Tiny Tim è diventato famoso, seppur per poco tempo, grazie all’incisione di un brano Tiptoe through the tulips, che cantava con un falsetto stridulo ma affascinante e con un vibrato naturale che rende la sua versione ironica e divertente.
Il suo modo di fare davanti al pubblico era molto diverso da quello della sua vita: meticoloso, attento alla pulizia ai limiti del patologico – mai un giorno senza doccia, mai – molto distaccato nei confronti delle persone che gli stavano intorno, anche le mogli che chiamava signora Vicky o signora Jan (la seconda moglie).
Ma davanti alle persone che lo ascoltavano cantare e suonare non era così. Si presentava sul palcoscenico come se volesse andare via al più presto, con i capelli unti e gli occhi roteanti, ma è solo un’impressione. È quello il mondo da cui mai si sposterà, fino alla morte.
Tiny Tim realizza molti dischi e alcune colonne sonore ma presto, nonostante le presenze in televisione e la fama crescente, perderà di appeal e cadrà nell’oblio. Una storia triste che parte da un grande amore per la musica popolare degli USA e che finisce durante una serata, mentre cantava la sua hit più famosa. Un infarto lo coglie durante ciò che amava di più, far divertire la gente. Aveva 64 anni.
Purtroppo lo spazio a disposizione non è molto ma con queste poche righe spero di avervi fatto venire la curiosità di saperne un po’ di più.
Qui sotto il link alla pagina ufficiale
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